Thinking the Unthinkable.
Suona particolarmente attuale il titolo del libro con cui, nel 2018, Nik Gowing e Chris Langdon analizzavano le ragioni in base alle quali le imprese, pubbliche o private che siano, risultino per lo più incapaci di anticipare e prevedere le grandi trasformazioni che la storia produce.
La complessità davanti alla quale è posto l’avanzamento del nostro sistema sociale reclama disperatamente la necessità del riconoscimento del merito, di autorevolezza, di visione.
Alla fine del 2014 iniziai a lavorare al progetto di un sistema infrastrutturale integrato, flessibile ed interdipendente. Il mio obiettivo era quello di individuare un metodo applicabile alla gestione sostenibile delle infrastrutture. Allora venivo additato come un “visionario”. Come poi se essere visionari fosse un difetto, una mancanza, un limite.
I Mondiali di “Cortina 2021” hanno dato prova di come tale intenso lavoro abbia potuto trovare concreta applicazione in tutti gli itinerari di Concessioni Autostradali Venete in grado di mettere al servizio della sicurezza e della mobilità l’innovazione tecnologica, la sostenibilità, la digitalizzazione e l’integrazione dei dati.
Ora un nuovo corso attende il sistema infrastrutturale. Sono fermamente convinto che sia giunto il tempo in cui è necessario legare i sistemi infrastrutturali a riconosciuti impianti valoriali. Mi riferisco, in particolare:
- al valore della sicurezza;
- al valore della sostenibilità ambientale nel rispetto di una giustizia intergenerazionale. Non si può tenere conto solo dei flussi economici ma anche delle conseguenze delle nostre decisioni sull’andamento dei diversi “stock” di capitale quali appunto quello umano, economico, sociale ed ambientale (!) da cui il benessere, in ultima analisi, dipende. Non vi è distinzione tra l’infrastruttura ed il suo ambiente, vi è responsabilità;
- al valore sistemico delle infrastrutture che risponde ad una VISIONE del Sistema Italia, nell’ambito del Sistema Europa, che la Politica ha il preciso compito di curare e scegliere, attribuendone carattere di straordinaria priorità;
- al valore della qualità certificata, perché investire bene significa risparmiare. Se lo abbiamo imparato a caro prezzo nel campo della Salute, mettiamolo in pratica anche nel settore delle Infrastrutture. Investire nelle competenze, nelle progettazioni, nelle materie prime certificate e di eccellenza;
- ed infine, al valore dell’estetica: il marchio di fabbrica del made in Italy deve essere inserito e ben visibile anche nella realizzazione infrastrutturale che, andando a modificare un paesaggio, deve considerare l’Estetica come valore indissolubilmente legato all’Opera.
“…la città di Ninive (…) mostra che non basta la conversione individuale, occorre anche cambiare qualcosa nelle regole della città, per cambiare strada”. Sto citando Alexander Langer, il “nostro” europeo, il costruttore di ponti.
Concludo con un appello: leggetelo, ragazze e ragazzi che siete nati dopo la sua morte, avete cose bellissime da imparare, che non immaginate nemmeno. E forse Voi, dopo averle lette, sarete anche capaci di farle.