Venezia metropolitana – Visione smart per il crocevia del mondo
di Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia
L’area metropolitana di Venezia è in assoluto tra le più dinamiche e produttive d’Europa e del mondo, crocevia tra Nord e Sud, Est e Ovest, ponte col Mediterraneo lungo i corridoi europei Lisbona-Kiev e Berlino-Palermo, terminale della Via della Seta marittima dalla Cina. Venezia, con Padova e Treviso, si pone come area capitale della cultura e snodo internazionale, punto di riferimento della conoscenza e della ricerca, leader per le attività manifatturiere. Quasi 850mila abitanti suddivisi in 44 comuni e Venezia come città capoluogo. La Città metropolitana di Venezia è uno dei territori italiani più ricchi di arte, cultura, bellezze naturali, coltivazioni e prodotti che arrivano sia dal mare che dalla terra. La pandemia ha messo in crisi il sistema turismo e le attività produttive collegate al suo indotto, ma non appena il mondo riaprirà le porte, questo territorio, le nostre grandi città, devono farsi trovare pronte al rilancio economico e strategico.
Viviamo in un’area altamente infrastrutturata, con dotazione di porti, aeroporti, interporti, ferrovie, con snodi autostradali e il Passante di Mestre. Venezia, per questo, è da considerarsi un asset fondamentale per l’economia del Nordest e del sistema Paese. Le prospettive di sviluppo della Città metropolitana, previste anche dal Piano Strategico votato all’unanimità dai primi cittadini, sono favorite da linee di accesso ai principali corridoi di riferimento: il corridoio Mediterraneo, il corridoio Baltico-Adriatico, direttrice da e verso la Francia, direttrice da e verso la Germania, le Autostrade del Mare, con capacità di attrazione delle principali rotte commerciali del sud-est asiatico e della Cina.
La vision metropolitana, in questo ambito, è quella di garantire a tutti i cittadini il diritto a muoversi liberamente, in sicurezza, in velocità, ad un costo accessibile, senza gravare, per quanto possibile, sulla collettività in termini di inquinamento atmosferico, acustico, di congestione e incidentalità. Una vision che sta trovando compimento con il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile (PUMS), nel quale è previsto anche il completamento del programma Alta Velocità e Alta Capacità ferroviaria. In tema di mobilità lenta continueremo l’estensione delle reti di piste ciclabili urbane ed extraurbane, la ridefinizione di percorsi pedonali protetti e messa in sicurezza di nodi, insieme con la riqualificazione di percorsi di particolare valenza ambientale, che può costituire incentivo non solo all’uso di mezzi sostenibili negli spostamenti quotidiani, ma anche a mettere in atto nuove forme di fruizione del territorio. “Questo importante intervento permette ai cittadini e alle imprese di usufruire di numerosi servizi innovativi necessari allo sviluppo del territorio – ha dichiarato Franco Tiziani, Responsabile Field Operations Line Veneto – Sfruttando infatti le potenzialità della rete in fibra ottica, con una connessione veloce e sicura, oggi si è in grado di contribuire allo sviluppo dell’economia locale e puntando anche alla maggiore efficienza dei servizi al cittadino. Si conferma così l’impegno di TIM nel mettere a disposizione delle comunità locali le proprie competenze ed infrastrutture, proponendosi come partner di riferimento per le Pubbliche Amministrazioni e le imprese”.
In sintesi, il sistema della mobilità deve contribuire all’obiettivo di rendere “smart” la città, puntando ad un governo dei flussi di traffico gestito da un sistema integrato altamente tecnologico che garantisca, attraverso il servizio di TPL (Trasporto Pubblico Locale) e il SFMR, la connessione entro ragionevoli tempi del territorio metropolitano e dei centri verso i poli sanitari, scolastici, di servizio. Non scordiamo, infatti, che la mobilità delle persone e delle merci deve essere intrecciata alla mobilità dei dati: proseguiamo nella cablatura delle nostre città con la fibra ottica, per garantire connessioni ultraveloci che consentano di dare impulso allo sviluppo digitale e soddisfare le crescenti esigenze legate allo smart working e all’e-learning, esplose con l’emergenza COVID-19.
Siamo un territorio dalle grandi potenzialità, come una conchiglia che ha la sua perla nella città antica di Venezia e che si estende in una vasta area metropolitana che supera i vecchi confini provinciali e regionali.
Padova sostenibile, Mobilità dolce e intermodalità a servizio del territorio
di Sergio Giordani, sindaco di Padova
Non c’è alcun dubbio che la mobilità sia un fattore fondamentale nella competitività di un territorio. Questo vale sia per la mobilità delle persone, che per quella delle merci. Nella decisione che le persone, le famiglie e le aziende fanno nel scegliere un territorio, una città rispetto ad un’altra, l’offerta di mobilità, e la sua qualità, sono ai primi posti. L’area tra Venezia, Treviso e Padova, è tra le più urbanizzate della regione e ha la necessità di rivedere e migliorare le proprie politiche di mobilità, naturalmente strettamente connesse con le scelte urbanistiche del passato e attuali. Non possiamo ignorare, anche, che viviamo in un’area dove l’aria è tra le più inquinate in Europa.
Dobbiamo quindi agevolare la mobilità pubblica ovunque sia possibile, e in particolare nelle nostre città. Mezzi pubblici elettrici (tram, filobus, autobus) che siano una vera alternativa al trasporto privato per capillarità e qualità dell’offerta. Un servizio che sia integrato con quello dei comuni limitrofi ai capoluoghi, come abbiamo fatto noi a Padova, con il progetto della linea tranviaria da Vigonza a Rubano. Non possiamo più immaginare infatti la mobilità dei nostri capoluoghi senza tenere conto delle decine di migliaia di persone che vivono nei comuni contermini e lavorano in città.
Ancora, è necessario favorire tutte le forme possibili di “mobilità dolce” con servizi di bike sharing e monopattini elettrici. Allargando lo sguardo, il progetto ferroviario dell’SFMR, a dispetto del ritardo con cui è stato sviluppato, è concettualmente corretto. Rimanendo sul trasporto ferroviario, è necessario completare l’AltaVelocità/Alta Capacità che con il quadruplicamento dei binari aumenta anche la capacità di trasporto via treno delle nostre merci. Non dimentichiamo che abbiamo due poli logistici di livello nazionale, il Porto di Venezia e l’Interporto di Padova che devono essere adeguatamente collegati alla rete nazionale. Guardando alla mobilità stradale, oggi che il Passante ha finalmente aggirato il nodo di Mestre, salta agli occhi la necessità di adeguare il collegamento verso Bassano e soprattutto con la Pedemontana Veneta che rischia altrimenti di tagliare fuori completamente il territorio del padovano.
Urge anche la necessità di trovare soluzioni alla congestione delle tangenziali urbane. Tutti questi progetti hanno tempi d’ideazione e realizzazione spesso più lunghi di una legislatura. Serve quindi la consapevolezza della loro importanza e la capacità di perseguire la loro realizzazione al di là del cambio delle amministrazioni e del loro orientamento politico.
Treviso interconnessa, Turismo lento e Piano urbano della mobilità
di Mario Conte, sindaco di Treviso
Quando si parla di PaTreVe è non si possono che evidenziare i solidi rapporti fra le istituzioni, aspetto peraltro non così scontato e diffuso.
La sinergia venutasi a creare negli ultimi due anni ha permesso non solo di portare avanti un confronto proficuo nella gestione dell’emergenza Covid-19, ma anche per concordare le progettualità di sviluppo che vanno dal trasporto aereo a quello pubblico locale.
Per quanto riguarda la viabilità su strada, in particolare, Padova, Treviso e Venezia intendono infatti portare avanti un fitto programma di manutenzioni e confronto quotidiano, attento a quelle che sono le necessità dei cittadini, prima fra tutte la possibilità di fruire di collegamenti veloci e sicuri. Una migliore viabilità esterna, data da collegamenti funzionali, veloci e scorrevoli che viene poi integrata da una mobilità “lenta”, data da piste ciclabili in grado di collegare agevolmente le Città alle stazioni per favorire il cicloturismo e gli spostamenti fra Comuni capoluogo.
Gli enti locali, in questo senso, possono rappresentare il motore della ripartenza attraverso una programmazione che arriva direttamente da quelle che sono le istanze dei cittadini e da uno studio attento e quotidiano dei flussi di persone.
A Treviso, per esempio, si sta portando a compimento il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), altamente strategico, che nasce per soddisfare i bisogni di mobilità degli individui al fine di migliorare la qualità della vita in città nel medio-lungo termine, con verifiche periodiche intermedie. Il PUMS viene concepito come un insieme correlato di azioni che si coordinano con i piani urbanistici e ambientali e si sviluppano in modo integrato per far fronte alle esigenze di mobilità di chi vive, lavora e visita la Città. Questo ha già permesso di individuare alcuni aspetti che necessitano di ragionamento sia per la mobilità ciclabile sia per quella su strada.
Sulla stessa lunghezza d’onda stanno agendo la Città di Padova e quella di Venezia.
Sono certo che questa compattezza nelle scelte amministrative e la grande collaborazione, unite ad un grande spirito collaborativo con gli stakeholders e con i portatori di interesse darà uno slancio poderoso al triangolo PaTreVe che non vuole essere soltanto una semplice proiezione su una mappa ma una vera
e propria agenda scritta insieme a Città importanti e strategiche dal punto di vista economico, produttivo, logistico e turistico per il presente e il futuro del Nordest.