Sul parco del passante 2 ̇000 INSETTI IMPOLLINATORI per diversificare le specie vegetali
Il parco del Passante di Mestre diventa oasi di biodiversità. Succede a Mirano, grazie all’instancabile lavoro delle api e a un progetto di ripopolamento degli insetti impollinatori che nei prossimi anni permetterà di diversificare le specie vegetali presenti nell’area verde di 10 ettari lungo la A4, ma andando anche oltre.
Perseguendo i propri obiettivi di sostenibilità ambientale, sviluppo green e integrazione con il territorio, Concessioni Autostradali Venete ha così dato corso a un progetto di forte valenza ambientale, denominato “Oasi della biodiversità”. Nel parco intitolato a “Ivana Cagnin”, in territorio di Mirano, CAV ha provveduto a installare all’inizio dell’estate, in collaborazione con la startup 3Bee, 20 casette-rifugio denominate “Polly”, allo scopo di ospitare api solitarie del genere “osmie”. L’obiettivo è fornire dimora a questi preziosi e instancabili impollinatori, che fungeranno da leva, contribuendo ad attrarre a loro volta oltre 2.000 insetti e impollinare ogni anno più di 2 milioni di fiori.
Il parco del passante di Mestre diventa oasi di biodiversità. succede a mirano, grazie all’instancabile lavoro delle api e a un progetto di ripopolamento degli insetti impollinatori
Il contributo ambientale dell’iniziativa è notevole e va ben oltre il sito di installazione di queste piccole strutture, dal momento che l’azione benefica delle osmie si estende per circa 2 chilometri dal parco. Quella della salvaguardia degli insetti impollinatori è una vera e propria emergenza: quasi il 90% delle piante ha bisogno di loro per trasferire il polline da un fiore all’altro e completare la riproduzione. Si tratta perlopiù di specie vegetali fondamentali, anche a fronte dei cambiamenti climatici in atto, per il funzionamento degli ecosistemi, la conservazione degli habitat e la fornitura di alimenti e fibre.
Oggi il ruolo chiave degli insetti impollinatori è a rischio, a causa della distruzione o degradazione degli habitat, dell’inquinamento e della diffusione di specie aliene invasive, parassiti e patogeni.
Fondamentali risultano dunque le attività di ripopolamento, come pure le azioni di educazione ambientale legate al progetto, l’informazione alla cittadinanza e la diffusione di progetti di adozione di ulteriori “Polly”, anche in ambito privato. La scelta delle api osmie è stata logica, considerata l’alta frequentazione del parco Cagnin: infatti, questo genere di api (che possono impollinare fino a 40 mila fiori nel corso della loro vita in condizioni ottimali) difficilmente pungono e non mordono e quindi non costituiscono pericolo per i tanti frequentatori dell’area verde.
Ad informare i cittadini del servizio essenziale ed innocuo svolto da questi operosi insetti, sono alcuni pannelli esplicativi installati lungo i viali del parco. Inoltre, ogni “Polly” verrà dotata di strumenti di biomonitoraggio ambientale che permetteranno di tenere sotto controllo lo stato della casetta e dell’ambiente circostante: il dispositivo consentirà di monitorare l’attività delle api, raccogliere dati sulla qualità dell’aria e anche del suolo, attraverso l’analisi dell’argilla con cui l’insetto sigilla il nido.
L’ultimo aspetto, non trascurabile, è di tipo sociale: a realizzare le casette-rifugio, infatti, sono state persone con lieve disabilità. Una seconda iniziativa collegata è stata realizzata sempre da CAV, con 3Bee, lungo il Passante ma in una zona non accessibile al pubblico, nei pressi del casello di Spinea: qui sono stati installati 5 alveari “Hive-tech”, ognuno dei quali contiene una famiglia di api fino a 60.000 esemplari. Annualmente questi insetti si riprodurranno, permettendo di proteggere fino a 1,5 milioni di api che potranno impollinare ogni anno oltre 1,5 miliardi di fiori.
Gli alveari sono gestiti da un apicoltore esperto, che cura le arnie permettendo anche la produzione, ogni anno, di circa 150 kg di miele. Anche in questo caso la qualità della vita degli insetti e quindi anche del miele verrà verificata costantemente, rappresentando un utile strumento di analisi e monitoraggio ambientale.
Annualmente questi insetti si riprodurranno, permettendo di proteggere fino a 1,5 milioni di api che potranno impollinare ogni anno oltre 1,5 miliardi di fiori producendo ogni anno 150 kg di miele.