La nuova strada Anas, tra manutenzione e innovazione
Intervista dell’AD Massimo Simonini: dal Passante di Mestre al Piano Cortina
Investimenti, manutenzione della rete, progetti per il Veneto e nel campo strategico dell’innovazione. Abbiamo incontrato l’amministratore delegato di Anas-Gruppo FS italiane ingegner Massimo Simonini per scoprire le principali novità dell’azienda che nel nostro Paese gestisce oggi circa 30 mila chilometri di strade e autostrade e che con la Regione Veneto è azionista al 50% di Concessioni Autostradali Venete S.p.a.
Ingegnere, il Cipe ha approvato la rimodulazione del contratto di programma 2016-2020. Quali sono le principali novità?
«Un aumento degli investimenti che passano da 23,4 miliardi a un totale di 29,9 miliardi così suddivisi: 15,9 miliardi, più 44% rispetto a prima, pari al 53% del complessivo, per la manutenzione programmata, adeguamento e messa in sicurezza e 14 miliardi, pari al 47%, destinati a nuove opere e completamenti di itinerari. Considerando l’ulteriore programmazione per 2,9 miliardi prevista nella Legge di bilancio 2019, il Piano investimenti Anas 2016-2020 raggiunge i complessivi 32,8 miliardi. Tenuto poi conto della produzione residua al 31 dicembre 2018 relativa agli interventi in fase di attivazione ed in corso di esecuzione riguardanti programmazioni antecedenti per circa 3,2 miliardi, il volume complessivo degli investimenti è di 36 miliardi».
Si tratta di una grande iniezione di risorse che vi ha portato ad aumentare significativamente gli investimenti in manutenzione.
«È uno dei cambiamenti principali della strategia di Anas: un salto culturale legato al superamento della logica dell’intervento episodico o emergenziale in favore di azioni che prevengano le criticità, innalzando gli standard di sicurezza, il comfort di guida e la funzionalità della rete. Questa strategia è possibile grazie a due importanti cambiamenti: il piano di investimenti da annuale a pluriennale e la reingegnerizzazione e informatizzazione del processo di sorveglianza e monitoraggio della rete. La scala pluriennale consente di programmare nel tempo e la conoscenza dell’infrastruttura e del territorio circostante, con le sue evoluzioni di assetto idrogeologico, consentono di attuare un efficace processo di pianificazione degli interventi».
In cosa consiste il processo di sorveglianza delle opere?
«Oggi Anas si avvale di un puntuale sistema di monitoraggio informatizzato. Tutte le opere d’arte come ponti, viadotti e cavalcavia sono sottoposte a ispezioni periodiche trimestrali da parte del personale di esercizio sul territorio. Inoltre con l’utilizzo del modello di Road Asset Management (RAM), abbiamo ottimizzato il sistema di gestione e sorveglianza per soddisfare le esigenze di gestione e manutenzione del patrimonio infrastrutturale stradale. Abbiamo così sviluppato un piano di monitoraggio elettronico di ponti e viadotti, articolato in più livelli di controllo».
Più manutenzione significa più sicurezza.
«Esatto. E per garantire un alto livello di sicurezza stradale lavoriamo contemporaneamente su più fronti: la manutenzione programmata delle opere viarie, come appena detto, con l’obiettivo di prevenire le criticità e aumentare il comfort, la sicurezza e funzionalità della rete, la selezione degli interventi, basti pensare che il 50% degli investimenti è previsto sulle strade a maggior tasso di incidentalità. Poi l’utilizzo delle nuove tecnologie, come i piani Smart Road e Smart Mobility per rendere le strade più sicure, più smart e più green e la diffusione della cultura della sicurezza stradale attraverso diverse campagne di comunicazione. Sempre sul fronte della sicurezza stradale, abbiamo progettato e validato, con crash test, una gamma completa di barriere di sicurezza stradali di tipo continuo ideate per tutelare e proteggere tutti gli utenti, soprattutto quelli più vulnerabili, perché meno protetti, come i motociclisti».
Accennava al progetto Smart Road: ci spieghi meglio.
«Con grande anticipo in Europa, il progetto Smart Road ha l’obiettivo di migliorare la rete stradale attraverso una graduale trasformazione digitale, renderla idonea a dialogare con i veicoli connessi di nuova generazione, anche nell’ottica dell’utilizzo dei più avanzati livelli di assistenza automatica alla guida, per migliorare e snellire il traffico e ridurre l’incidentalità. Una delle prime smart road sarà proprio la statale 51 Alemagna qui in Veneto».
Quali sono i principali interventi previsti in Veneto?
«Anas è fortemente radicata nel territorio veneto, con 730 chilometri di strade in gestione e investimenti per circa 920 milioni di euro, di cui 340 milioni per la progettazione e realizzazione di nuove opere e 580 milioni per interventi di manutenzione programmata. Inoltre, grazie al know-how nella sorveglianza e analisi dei dati, in sinergia con gli Enti locali e in particolare con la Provincia di Treviso, Anas ha anche avviato la campagna di indagine sulla struttura del ponte di Vidor sulla strada provinciale 2 Erizzo, che sarà utile a determinare gli interventi necessari per il risanamento dell’infrastruttura storica».
Anas ha riaperto al traffico lo storico Ponte della Priula. È stato un lavoro complesso?
«È un ponte con una forte valenza storica e architettonica che rappresenta un nodo viario fondamentale per la viabilità della regione. È stato necessario un intervento molto specialistico perché abbiamo dovuto sia realizzare il restauro conservativo di un’opera monumentale, intervenendo per preservare l’aspetto storico e simbolico che il ponte ha per il territorio, sia provvedere a un ripristino statico complessivo dell’opera. Gli interventi di restauro conservativo e di consolidamento sono iniziati a maggio 2018 e sono terminati a giugno 2019. L’investimento è stato di circa 10 milioni di euro, di cui 1,7 milioni per realizzare la viabilità alternativa».
Il Passante di Mestre ha da poco compiuto 10 anni. Anas ha avuto un ruolo decisivo nella sua realizzazione. A fronte di un investimento così significativo, oggi qual è il bilancio?
«Il Passante di Mestre rappresenta una sfida vinta e lo dimostrano ogni giorno i dati sui flussi di traffico: in dieci anni il tratto autostradale urbano è stato percorso da oltre 220 milioni di veicoli in meno. Il Passante ha risolto il grave problema dell’imbuto di Mestre, dove ogni giorno confluivano almeno 130 mila veicoli. L’apertura di questo tratto autostradale ha permesso all’area del Nord-Est di migliorare sensibilmente i suoi tempi di percorrenza bypassando il vecchio tratto urbano della A4 e producendo effetti positivi a beneficio di tutto il territorio. Sono stati abbattuti gli incolonnamenti quotidiani, dimezzati i tempi di percorrenza, migliorati i fattori ambientali attorno al nodo di Mestre, in primo luogo l’inquinamento acustico e dell’aria. Un’opera strategica, realizzata in tempi record, grazie all’eccellente lavoro di sinergia tra Ministero delle Infrastrutture, Anas, Regione Veneto ed enti locali. Insomma, un modello di eccellenza al servizio del territorio, testimoniato anche dal grande successo sui mercati finanziari del Project bond emesso per rimborsare l’investimento di Anas».
Restiamo in Veneto. A che punto è l’attuazione del Piano Cortina?
«Anas si sta occupando della realizzazione del Piano di potenziamento della viabilità in vista dei Mondiali di Sci Cortina 2021. Entro la fine del 2020 saranno completati i previsti 38 interventi di adeguamento e messa in sicurezza della statale 51 Alemagna. Il Piano di investimenti per l’accessibilità a Cortina d’Ampezzo è interamente finanziato dal Contratto di programma Anas – Ministero delle Infrastrutture 2016-2020 per 142 milioni di euro e dalla Legge di Stabilità 2017 che ha autorizzato una spesa complessiva di 100 milioni di euro (20 milioni l’anno dal 2017 al 2021). L’investimento complessivo ammonta a 242 milioni di euro: 172 destinati alla strada statale 51 Alemagna e 70 milioni di euro per la strada statale 52 Carnica. Gli automobilisti in viaggio per Cortina avranno una strada rinnovata, più sicura e tecnologica».