N°1 OTTOBRE 2019

Intervista a Katia Signori

"Io, ricreduta sul Passante: oggi è tutta un’altra vita"

katia signorini

Io, ricreduta sul Passante: oggi è tutta un’altra vita

Katia Signori e i dubbi sul progetto iniziale: oggi risparmia soldi, stress e un’ora in coda

Sempre e solo 15 minuti per andare a lavoro, la sensazione di non essere più ostaggio di un muro di tir e soprattutto vantaggi evidenti, oltre che per le proprie tasche, anche in termini di salute e stress risparmiato. Il Passante di Mestre è anche questo e lo può raccontare bene chi a Mestre e dintorni ci vive e ha visto cambiare in meglio la propria vita.

Katia Signori abita a Mogliano Veneto ed è tra coloro che il Passante di Mestre, all’inizio, l’hanno osteggiato. E non solo a parole, visto che proprio in quegli anni ha ricoperto l’incarico di assessore all’ambiente del suo comune.

Cosa non la convinceva del progetto?

“Alcune questioni legate ad aspetti ambientali e territoriali dell’opera: dagli espropri alle aree agricole da occupare, dagli impatti visivi ed acustici sui cittadini dei comuni limitrofi a Mestre, fino ai costi da sostenere per la revisione dell’assetto idrogeologico del reticolo idrografico”.

Dieci anni dopo però, la realtà e le sensazioni sono ben diverse.

“Devo riconoscere che con il Passante di Mestre la mia vita e quella di molti miei concittadini è cambiata. Per lavoro percorro quotidianamente la Tangenziale di Mestre nel tratto Dese-Marcon-via Miranese: prima del Passante dovevo partire da casa entro le 7.15, perché altrimenti non sarei arrivata in tempo in ufficio. E questo tutti i giorni. Ricordo ancora le code chilometriche che ogni giorno si formavano in tangenziale e le file interminabili di camion sulla prima corsia che impedivano alle auto di uscire. Non parliamo poi di quando c’erano incidenti”.

Come ha cercato di sopravvivere?

“Ci si doveva ingegnare ogni giorno, ma di fatto quando partivi da casa non sapevi mai cosa potevi trovare un chilometro dopo. Spesso prendevo strade alternative, via Cà Solaro all’andata, per Zelarino e Peseggia al ritorno, ma comunque arrivavo in ufficio in ritardo, era sistematico. Adesso posso partire da casa a qualsiasi ora, questa mattina per esempio l’ho fatto alle 8.15”.

Un’ora dopo rispetto a 10 anni fa.

“A volte anche di più, senza contare il denaro in carburante risparmiato dal febbraio 2009 ad oggi. Quello che conta comunque è che ora sono sicura di arrivare in ufficio in orario. La mia vita è molto cambiata: non ho più l’angoscia di uscire di casa e trovarmi imbottigliata nel traffico. Una volta, nel 1999, a causa delle solite code ho persino tamponato un’auto in tangenziale: non immagina gli effetti sul traffico di quel piccolo, banale incidente. Mi sono sentita in colpa anche per aver praticamente mandato in tilt la viabilità, condannando altri poveri automobilisti a lunghe code”.

Minor traffico in Tangenziale è un beneficio anche per chi l’auto non la usa tutti i giorni.

“Io stessa abitando vicino alla Tangenziale ne ho tratto beneficio anche in termini ambientali: oggi è raro vedere code di mezzi pesanti fermi con il motore acceso ad inquinare l’aria. Prima stavo male al solo pensiero di affrontare quotidianamente quel budello perennemente intasato per andare al lavoro, ma era una via obbligata. Sicuramente il livello di stress, da quel punto di vista, è calato di molto”.