N°9 SETTEMBRE 2022

Editoriale

Che concessionaria autostradale è una concessionaria che apre info point turistici, organizza giornate in piazza, partecipa a fiere e si occupa di piste ciclabili e del ripopolamento delle api nelle aree verdi? non dovrebbe dedicarsi alla mera gestione dell’infrastruttura, garantire un’adeguata viabilità e assicurare le necessarie manutenzioni?

La risposta è nella storia e nella geografia del nostro essere concessionaria autostradale in Veneto. Quando nasce, nel 2008, CAV porta in dote, con orgoglio e responsabilità, tutta l’esperienza e le potenzialità dell’autostrada “Serenissima”, e in particolare della Società delle Autostrade di Venezia e Padova, una delle prime in Italia, fondamentale per lo sviluppo e la crescita, non solo economica, del territorio.
Su quei chilometri sono transitati miliardi di veicoli e sono passate vicende politiche, sociali ed economiche, non solo del Veneto ma dell’intero Paese. Soprattutto dopo l’entrata in esercizio del Passante di Mestre e della nascita di CAV, è emersa con maggior peso l’esigenza di affiancare alle trasformazioni del territorio in atto, anche un diverso modo di gestire l’infrastruttura, in modo più sostenibile, legandola strettamente al territorio e impegnandosi nell’appianare gli inevitabili solchi lasciati dal progresso.
Il giudizio su come questo obiettivo venga perseguito giorno dopo giorno non spetta certamente a noi, ma l’impegno di sicuro non manca e a dimostrarlo sono le sempre maggiori attività proposte, legate ad aspetti come la sicurezza, la sostenibilità ambientale, la ricucitura del territorio con le necessità sociali, ambientali e ricreative dei veneti.
Abbiamo ottime ragioni di credere che CAV sia per molti versi una società anomala nel panorama delle concessionarie autostradali, creata sì per gestire al meglio la rete viaria in concessione, ma anche occupandosi delle “cose” della gente esercitando un ruolo “sociale” e con un orizzonte che non guardi al mero profitto, se non per destinare gli utili in nuove opere sul territorio.

Parliamo di sicurezza quando organizziamo, insieme alla Polizia Stradale, le giornate di “CAV in Piazza” o incontriamo i ragazzi delle scuola.
Pensiamo all’ambiente quando incentiviamo l’utilizzo del telepedaggio, promuoviamo lo sviluppo di una rete ciclabile sulle nostre aree di mitigazione o ci impegniamo per favorire l’insediamento degli insetti impollinatori sulle nostre aree verdi. Concorriamo allo sviluppo turistico ed economico della Regione quando investiamo risorse per l’apertura di un info point lungo l’autostrada, per fornire agli utenti i servizi e tutta l’assistenza
di cui hanno bisogno nel loro viaggio. Se è vero, come probabilmente lo è, che ognuno di noi ha una responsabilità nei confronti del mondo e dell’umanità, è anche vero che esiste una responsabilità d’impresa che non può prescindere da ogni attività economica e che negli ultimi anni ha abbracciato sempre più ambiti, dall’ambiente, al sociale, dalla salute delle persone all’educazione dei giovani. Di fronte a queste esigenze, è normale che una società si ponga nuovi e inediti obiettivi, soprattutto in un settore, quello della mobilità, che nei prossimi anni sarà interessato da profonde novità e trasformazioni.

Sempre più il nostro modo di viaggiare avrà a che fare con la sicurezza, l’educazione stradale, il rispetto dell’ambiente che ci circonda, la tecnologia e la promozione del territorio. A un simpatico signore che, durante uno degli ultimi eventi pubblici, ci ha chiesto: «Ma perché non vi occupate dell’autostrada e basta?», sorridendo, abbiamo risposto: «È proprio quello che stiamo facendo».