non è un’utopia e tantomeno una boutade elettorale, ma un obiettivo a portata di mano se, come la nostra Regione ha chiesto, Roma ci consentirà di dar vita alla Nuova Concessioni Autostradali Venete S.p.A., o CAV 2.0 che dir si voglia.
Oggi CAV è l’unica concessionaria i cui utili non vengono distribuiti ai soci ma trasferiti alla Regione del Veneto perché li investa nel miglioramento delle infrastrutture, ma è anche la sola in Italia a essere totalmente pubblica, 50% della Regione del Veneto e 50% di ANAS. E’ un punto di partenza: l’obiettivo ora è allargare il suo perimetro d’azione. Per questo da un paio d’anni stiamo lavorando con senso di realismo al progetto che prevede la proroga della concessione almeno al 2050. Allo stesso modo abbiamo proposto la modifica di alcune disposizioni di legge per superare, da un lato la norma che consente a CAV la sola gestione delle tratte in concessione, dall’altro quella che consentirebbe ad ANAS di rimanere azionista concorrendo in questo modo all’assegnazione delle concessioni come soggetto pubblico. Nel momento in cui il campo d’azione di CAV venisse così ampliato e parificato a qualsiasi altra concessionaria, potremmo ipotizzare di aprire in futuro una discussione con il governo affinché le concessioni a termine in Veneto, penso ad esempio alla Brescia-Padova che è in scadenza nel 2026, siano affidate direttamente a questa nuova concessionaria, che si candiderebbe così a gestire le autostrade della nostra regione.
Esistono già due precedenti in tal senso, costituiti dalla Autobrennero e da Autovie Venete: basta replicare lo stesso schema. Con una visione ampia e la possibilità di avere una società ancor più forte, comprendendo la Brescia-Padova, ci sarebbero i margini per liberalizzare il pedaggio per chi entra ed esce tra due barriere di competenza di CAV. In pratica potremmo pensare a una abolizione o una drastica riduzione del pedaggio per tutti i percorsi origine-destinazione all’interno delle tratte gestite dalla stessa concessionaria. E’ chiaro che questo è possibile solamente allargando il perimetro di concessione. Un esempio: chi percorrerà la Padova-Mestre o non pagherà nulla, o pagherà un pedaggio ridottissimo, unicamente legato ai costi di gestione.
Concessioni Autostradali Venete è nata nel 2007 per gestire il Passante di Mestre, a cui si sono aggiunte la Tangenziale di Mestre e la bretella per l’aeroporto di Tessera: è una società che ha un bilancio in perfetto ordine, manutenzioni a regola l’arte e che si sta pagando da sola tutti gli investimenti. CAV ha già liberalizzato la Tangenziale di Mestre e la bretella per l’aeroporto e attua agevolazioni tariffarie nel tratto tra Mirano/Dolo e Padova Est: a noi non basta, chiediamo di poter fare di più e meglio perché anche le analisi tecniche dimostrano che ciò è possibile.
La concessione scadrà nel 2032, prorogandola al 2050 e riconoscendoci né più né meno le stesse prerogative che sono concesse ad altre società, garantiremo alla rete infrastrutturale veneta uno straordinario salto di qualità.