In un’epoca, l’Ottocento, in cui la tecnologia non era ancora un concetto così ben definito, Charles Dickens formulò un presagio: “La comunicazione elettrica non sarà mai un sostituto del viso di qualcuno”.
Ora che la comunicazione elettrica è passato, l’innovazione una splendida realtà e il futuro un’irresistibile seduzione, la sua profezia è più che mai attuale: abbiamo, oggi più di allora, un bisogno atavico di volti.
Non ho mai concepito la tecnologia in antitesi alla persona, così come non l’ho mai intesa portatrice esclusiva del concetto di progresso: un po’ perché è l’uomo a crearla e governarla, un po’ perché credo che il contatto umano resti non solo necessario, tanto nei rapporti interpersonali quanto nel lavoro, ma, in quest’epoca, ancor più imprescindibile.
È un concetto che abbiamo ben chiaro in questa Società, che negli ultimi anni ha investito in tecnologie come mai aveva fatto prima, assumendo un ruolo guida nell’innovazione legata alle infrastrutture e ai processi gestionali interni. E tuttavia, di pari passo, ha voluto e saputo valorizzare al meglio il capitale umano: si stanno aprendo servizi che altrove si tende a chiudere, mettendo l’assistenza ai viaggiatori al centro della nostra mission, uscendo dall’autostrada per metterci in piazza, presentando tecnologie e persone una a fianco all’altra, per proporre ai cittadini la stessa visione di sicurezza e sostenibilità ambientale.
Uomo e macchina si completano, non si sostituiscono. Uno serve all’altra e viceversa. Il progetto di CAV, in questo senso, è chiaro: ci sarà sempre una persona a fianco (o dietro) a uno schermo, a un processo, a un’automazione.
Con le giornate “CAV in Piazza”, iniziativa inedita per un’autostrada, abbiamo voluto lanciare un messaggio: siamo, o perlomeno abbiamo l’ambizione di diventare, l’autostrada del territorio, per il territorio. Lo saremmo già per Statuto, visto che gli utili di questa Società vengono interamente reinvestiti in infrastrutture per il Veneto, ma lo vogliamo essere anche nella realtà tangibile di tutti i giorni. L’automazione ai caselli e, soprattutto, lungo la tratta è inarrestabile e porterà solo vantaggi, a cominciare dalla nostra sicurezza. Ma ci sarà sempre un operatore, un ausiliario, un tecnico o un impiegato ad offrire la sua mano, la sua parola, la sua competenza ai nostri utenti. Sono loro il volto di CAV.
I grandi obiettivi che quest’azienda si è prefissata possono essere raggiunti appieno solamente attraverso il contatto, la presenza, il coinvolgimento. Il territorio è fatto di cose e di persone ed essere sul territorio, per il territorio, vuol dire lavorare a fianco dei cittadini e delle istituzioni che lo governano, interagire con loro, ascoltare e prendere decisioni per il bene delle donne e degli uomini che abitano le nostre città.
Con le tre domeniche in piazza a Treviso, Mestre e Padova, mi sono resa conto di quanto un contatto, un sorriso, una chiacchierata valgano mille progetti, pur ben costruiti. Vuol dire che ci siamo: non siamo un call-center che opera da remoto, non gestiamo un’infrastruttura arroccati in un ufficio, non separiamo il nostro agire quotidiano dall’incontro con la gente.
È stato un piacere intrattenersi con i cittadini, sentire le loro impressioni, raccogliere anche le critiche, che sono sempre stimoli per migliorare. È stato utile lavorare a fianco agli amici della Polizia Stradale, con i quali condividiamo ogni giorno la gestione degli aspetti legati alla sicurezza. È stato fruttuoso incontrare gli amministratori delle nostre città, con i quali continuamente ci interfacciamo per le questioni che riguardano il territorio.
In questo numero natalizio, proviamo a raccontare queste impressioni, sensazioni senza dubbio positive, che non a caso si inseriscono in una fase storica ancora incerta. Non nascondo, per questo motivo, il piacere e l’urgenza di uscire con un numero che metta al centro le persone, il loro lavoro, i loro volti. Dio solo sa quanto ne abbiamo fame e bisogno.
Inauguriamo in questo numero anche una nuova rubrica, attraverso la quale intendiamo dare il giusto risalto a chi, in autostrada, lavora da una vita e ne ha fatto, oltre che un mestiere, una passione. Un modo per valorizzare un contesto che affonda radici profonde nella storia, addirittura antica, con la nascita delle prime strade romane e che oggi serve a capire meglio come funziona un sistema complesso come quello della grande viabilità, soprattutto in vista di un futuro che, grazie all’innovazione e all’intelligenza artificiale, si preannuncia alquanto affascinante. Ma che avrà sempre nelle persone e nel fondamentale servizio ai cittadini quei compagni di viaggio che possono fare sì che la gioia sia il percorso e non la meta.
Con questi propositi auguro ai nostri lettori serene feste e un nuovo anno ricco di soddisfazioni e salute per tutti.