La rete stradale italiana (strade statali, regionali, provinciali, comunali, autostradali) vanta una percorribilità di oltre 845.000 chilometri. Quale imperdibile opportunità quella di imprimere anche noi uno storico RESET al sistema infrastrutturale italiano!
Nonostante l’avvento della micromobilità, le crociate contro i motori a gasolio, la chiusura dei centri storici, le campagne di sensibilizzazione sui vantaggi del trasporto pubblico, i sempre più numerosi servizi di sharing e la continua espansione delle flotte urbane di scooter, monopattini e bici elettriche prenotabili via App, il numero di automobili pro capite in Europa risulta in costante aumento nella maggior parte dei Paesi.
Il trend trova riscontro nei numeri ufficiali forniti da Eurostat ed in quelli di uno studio specifico da parte del Germany’s Centre for Automotive Research (CAR) che, tra i vari aspetti, ha sottolineato come gli italiani – ed anche i tedeschi – non abbiano alcuna intenzione di rinunciare alla propria vettura personale, tanto che nel periodo in esame tra il 2020 ed il 2021 il numero di autovetture circolanti in Italia è salito a 646 macchine per 1000 abitanti, con punte di oltre 1240/1000 in regioni come la Valle d’Aosta ed il Trentino Alto Adige.
In USA, l’Amministrazione Biden ha annunciato la necessità di intervenire con un potente piano di “INFRASTRUCTURAL RESET” per mettere in sicurezza la rete su cui viaggiano tutti i loro veicoli, identificandolo come strumento essenziale per la ripartenza.
Il Reset che stiamo attraversando apre scenari inediti, in cui il confine tra utopia e distopia non è marcato, ma dipende dalla visione soggettiva di ciascuno di noi, a seconda della sua sensibilità, del suo bagaglio culturale e di vita, nonché dall’importanza che attribuisce alla tradizione e alla necessità di salvaguardia, anche nel cammino del progresso. Per quello che posso vedere, l’Italia ha ancora l’urgente bisogno di investire in leadership, consapevolezza e visioni eccellenti.
Dobbiamo resettare le menti per poter resettare il sistema infrastrutturale e non trovarci tra 10 anni come saremmo dovuti essere oggi, rischiando di vivere in un assurdo paradosso di Zenone rispetto ad un mondo sempre più veloce, sempre più connesso e sempre più sostenibile.
In Concessioni Autostradali Venete abbiamo voluto impostare un modello di un possibile polo italiano infrastrutturale di nuova generazione incentrato sull’innovazione applicata alle infrastrutture e sull’integrazione dei dati e dei servizi connessi. Per agire in tal senso abbiamo già reso operativa la Piattaforma Digitale Integrata, una “cartella clinica” in grado di monitorare e mettere a sistema lo “stato di salute” delle infrastrutture gestite da CAV con tutte le altre infrastrutture viarie Italiane ed Europee. Abbiamo pertanto disposto i presupposti per rendere i nostri investimenti intelligenti e predittivi legando il nostro sistema di connessione stradale ai nostri impianti valoriali di riferimento.
Per fugare ogni dubbio, riporto brevemente i miei:
· il valore della sicurezza: dal sistema infrastrutturale stradale dipende la sicurezza delle nostre vite e la sussistenza e lo sviluppo delle nostre economie;
· il valore della sostenibilità ambientale nel rispetto di una giustizia intergenerazionale. Non si può tenere conto solo dei flussi economici ma anche delle conseguenze delle nostre decisioni sull’andamento dei diversi “stock” di capitale quali appunto quello umano, economico, sociale ed ambientale da cui il benessere, in ultima analisi, dipende. Non vi è distinzione tra l’infrastruttura ed il suo ambiente, vi è responsabilità;
· il valore sistemico delle infrastrutture che risponde ad una visione del Sistema Italia, nell’ambito del Sistema Europa, che la Politica ha il preciso compito di curare e scegliere attribuendone carattere di straordinaria priorità;
· il valore della qualità certificata, perché investire bene significa risparmiare! Se lo abbiamo imparato a caro costo nel campo della salute, mettiamolo in pratica anche nel settore delle infrastrutture. Investire nelle competenze, nelle progettazioni, nelle materie prime di eccellenza e certificate;
· il valore dell’estetica: il marchio di fabbrica del made in Italy deve essere inserito e ben visibile anche nella realizzazione infrastrutturale che, andando a modificare un paesaggio, deve considerare l’Estetica come valore indissolubilmente legato all’Opera.
Era il 1962 quando John Fitzgerald Kennedy annunciò che entro la fine del decennio avremmo fatto atterrare un equipaggio sulla Luna e che poi lo avremmo riportato vivo sulla Terra.
Allora nessuno sapeva come farlo, eppure ci riuscimmo.
Siamo davvero avvantaggiati!